TATIYAK - letture

Fiabe e leggende dell'estremo nord
Racconti degli Indiani e degli Eschimesi
a cura di Howard Norman - Ed. Guanda 1990

Scheda del 21 gennaio 2009 a cura di Tatiana Cappucci

La raccolta di fiabe e leggende curata da Howard Norman si apre con una nota di precisazione dell’autore: ”il termine “eschimese” non gode decisamente di grande favore presso le popolazioni indigene, secondo le quali non sarebbe rispettoso del loro senso di identità, così vitale e radicato nella storia. Oggi, la parola “Inuit” designa le popolazioni indigene della regione artica del Canada orientale. Gli abitanti della regione dello Stretto di Bering preferiscono chiamarsi “Yup’ik”, mentre quelli del lembo settentrionale dell’Alaska “Inupiat”. Sebbene io abbia usato in generale il termine “eschimese”, che forse è troppo profondamente radicato nelle menti dei lettori occidentali, spero ardentemente che la varietà dei racconti dei questa antologia possa evidenziarsi, e contribuisca a sottolineare l’impressionante natura idiosincratica delle culture nordiche”.

I racconti orali sono sempre stati al centro della cultura artica e subartica, quando i popoli del nord si riunivano durante la lunga stagione invernale per raccontare le loro storie; questa antologia ne raccoglie un vasto numero: provengono dalla Groenlandia, dal Canada e dalle Isole Aleutine, oltre che dalla Siberia e dal Giappone, e rappresentano le principali famiglie linguistiche e ben trentacinque tribù (indiane ed eschimesi, nell'accezione semantica positiva utilizzata dall'autore).
I racconti nordici si accordano sempre con gli antichi ritmi della natura e del paesaggio e gli animali parlano la stessa lingua degli uomini; se c’è una “morale”, come nella favole occidentali, è spesso nascosta o dissimulata, spesso è del tutto assente e l’essenza stessa del racconto è quella di tramandare storie di vita quotidiana.
“La genialità dei racconti nordici deve essere ricercata nella loro dimensione emotiva, nel modo in cui mettono a fuoco momenti cruciali della vita tribale e, ancora, nel modo in cui riescono ad accordare il fantasmagorico con il luogo comune, mostrando una realtà spesso strana e sempre irresistibilmente accattivante”.
Ed infatti, le storie nordiche sono animate da uccelli che tagliano la legna, cani che volano sulla luna, alci che parlano, monti che respirano attraverso una donna, ragazzi che si trasformano in sterne artiche, strolaga e corvo che si fanno tatuaggi a vicenda, donne che mettono secchi in testa a caribù e via così...
“I nostri racconti riguardano esperienze umane”, ha spiegato Osarqaq, un Inuit del Polo Nord, “e quindi non narrano sempre cose belle. Ma non si può abbellire un racconto per far piacere a chi lo ascolta e, allo stesso tempo, mantenere la verità. La lingua dovrebbe essere l’eco di ciò che si deve raccontare, e non può adattarsi agli umori e ai gusti dell’uomo”.
Rivelano sempre la sacralità della vita; le rigide regole del vivere sociale, che porta dei cacciatori ad uccidere un impenitente bugiardo, perché rischia di mettere a repentaglio la vita dell’intero villaggio; le mutevoli esigenze della vita domestica, che porta un uomo a lasciare il suo igloo perché la moglie gli è infedele ed il suo nuovo amante si siede al posto del padrone di casa; e la durezza dell’ambiente: quando tre amici cercano di scoprire quanto è grande la Terra e si mettono in viaggio per misurarla, giungono ad un’enorme casa di ghiaccio, vi entrano, seguono le sue pareti per giorni, mesi ed anni e quando sono ormai stremati uno di loro trova finalmente l’uscita, ritorna dalla sua gente che è ormai molto vecchio e spiega serafico: “la Terra non è altro che una grande casa di ghiaccio”!
Nell’introduzione si citano Knud Rasmussen, l’esploratore danese che nel 1910 fondò una scalo commerciale a Thule, Jean Malaurie, l’autore nel 1950 de Gli ultimi Re di Thule, mirabile resoconto di vita tra gli Inuit, Hinrich Rink, che ha fornito la prima fonte significativa di racconti groenlandesi in Tales and traditions of the Eskimo, e tanti altri studiosi e ricercatori che per vari motivi sono entrati in contatto con il popolo Inuit e sono rimasti affascinati dalla loro cultura orale.

                   

Il racconto più intrigante è quello sul Grande Corvo, il creatore di tutti gli esseri viventi e della Terra.
Grande Corvo viveva con la moglie; erano i primi esseri viventi a popolare la Terra e si erano creati da soli.
Una mattina, la moglie di Grande Corvo, stanca di vivere da sola col marito su una piccola zolla di terra che galleggiava nel vuoto, lo incitò a creare qualcuno che potesse far loro compagnia e gli disse: “E’ una vita monotona la nostra, faresti meglio ad andare a creare il resto della Terra. Và fuori, subito!”. Allora Grande Corvo, anche se un po’ recalcitrante, volò in cielo e liberò alcune feci che divennero i continenti, poi fece pipì che divenne acqua dolce, poi ancora vomitò qualcosa che cadendo sulla Terra formò le montagne. Quando Grande Corvo trovò gli alberi, cominciò a sferrare colpi con la sua accetta, le schegge di legno caddero in acqua e vennero spinte dalla corrente fino al mare e così dai pini nacquero i trichechi, dalle querce le foche, dalle betulle le balene e da tutte le altre specie di alberi nacquero pesci, granchi e creature marine. Quando poi i pezzetti di legno toccavano la terraferma, allora si trasformavano in renne, orsi, volpi e ogni tipo di cacciagione... e per spiegare come i moltiplicarono gli esseri umani, Grande Corvo taglia corto e spiega che “le ragazze imparano molto più in fretta dei ragazzi come funzionano certe cose”!

                   

Quando stavo leggendo la racconta di fiabe nordiche, mi è capitato di scovare una notizia bella e curiosa: si era appena tenuta a Sàrmede, in provincia di Treviso, la XXVI Mostra Internazionale d’Illustrazione per l’Infanzia che ha scelto come tema dell’anno “I canti dei ghiacci, le fiabe dalle Regioni Artiche”, invitando i maggiori illustratori del mondo ad esporre le tavole con cui hanno accompagnato un’ampia raccolta di antiche fiabe e leggende delle popolazioni dell’estremo nord (www.sarmedemostra.it).
 

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