Le
nozze di Palo è un film-documentario realizzato tra il 1932 ed il 1933 nel corso
della settima ed ultima spedizione del celebre etnologo ed esploratore polare
Knud Rasmussen, morto lo stesso anno.
Il regista ci introduce nelle tradizioni del popolo Inuit della regione
groenlandese d’Ammassalik attraverso il filo conduttore di una contrastata
storia d’amore: Palo e Samo, due giovani cacciatori innamorati entrambi della
bella Navarana, si contendono il suo amore offrendole doni via via più
importanti. Durante una competizione di tamburi, antico rituale autoctono, si
sfidano apertamente: Samo estrae un coltello e ferisce Palo, che scampa
miracolosamente alla morte. Una volta ristabilitosi, scopre che il fratello di
Navarana l’ha condotta all’accampamento invernale e così sfida il mare agitato
in kayak pur di raggiungere la sua amata. Samo, folle di gelosia, li segue nella
tempesta e tenta di ucciderli con l’arpione ma il suo kayak si capovolge, lui
tenta invano di eseguire la manovra dell’eskimo ma affoga.
Il film-documentario mostra la vita quotidiana e le abitudini domestiche degli
Inuit e l’intrigo amoroso cede il passo alla rappresentazione di uno stile di
vita senza tempo: scene collettive come la pesca al salmone, i pasti che seguono
la caccia, la costruzione di un riparo con le pelli, e scene intime come il
rituale della guarigione, i giochi dei bambini e le donne che si prendono cura
dei loro capelli.
Largo spazio viene dato al kayak che nel film assume il ruolo di
co-protagonista: senza il kayak Palo non avrebbe potuto raggiungere il campo
estivo e rivedere Navarana, senza il kayak Samo non avrebbe potuto cacciare e
offrire regali preziosi a Navarana, senza il kayak Palo non avrebbe potuto
raggiungere il campo invernale e conquistare la sua futura sposa e soprattutto
senza il kayak Palo e Navarana non si sarebbe salvati… affrontare i marosi
schiena contro schiena è una grande prova d’amore!
La scena finale del film è a dir poco incredibile: Navarana scioglie i suoi
lunghi capelli, Palo la aiuta ad indossare il tuilik per proteggersi dall’acqua,
salgono insieme sul kayak e gli altri uomini del villaggio li aiutano a legarsi
tra loro… devono affrontare un viaggio decisivo per le loro vite!
Una delle scene iniziali ritrae un numeroso gruppo di inuit che raggiunge la
riva dell’accampamento estivo, quando i ghiacci cominciano a sciogliersi e gli
uomini cantano per l’arrivo della bella stagione: pagaiate ritmiche e veloci,
diverse da quelle che siamo abituati a vedere oggigiorno, kayak attrezzati con
gli arpioni di prua e adagiati sulla costa rocciosa.
Indimenticabile, poi, la commovente scena del bambino che, sotto gli occhi
attenti e divertiti del padre, si infila nudo in un piccolo kayak adagiato
sull’erba, lancia più volte l’arpione con maestria atavica, impugna una pagaia
poco più grande di lui e comincia a rotearla in aria mimando il movimento degli
adulti, senza mai smettere di ridere, come si trattasse del gioco più divertente
del mondo.
Il film ha ottenuto numerosi riconoscimenti, specie negli Stati Uniti al momento
della sua uscita nelle sale, è stato salutato con entusiasmo dalla critica
internazionale e ha ottenuto il Leone d’oro al Festival del Cinema di Venezia,
anche se taluni critici hanno sostenuto che un’opera curiosa per l’etnologo e
minoritaria per il cinefilo.
Taluni aspetti del film vanno sottolineati: una certa qualità tecnica che il
tempo non ha intaccato, una grande bellezza delle immagini, una attenzione
scrupolosa alle inquadrate, la presenza di dialoghi in lingua originale
Inuktitut ed in presa diretta, innovazione notevole per l’epoca dei film muti;
inoltre, la presenza forte e talora quasi invasiva della musica, caratteristica
inevitabile dell’estetica cinematografica degli anni 30, non solo colonna sonora
ma parte integrante del film con un ruolo di protagonista dominante.
Le nozze di Palo, realizzato esattamente 10 anni dopo “Nanook of the north”,
riprende alcuni dei temi già trattati nel precedente film-documentario, anche se
in chiave romanzata: la caccia alla foca, la lavorazione delle pelli, la cura
dei bambini; ma propone anche nuove tematiche ed analizza altri aspetti della
vita tradizionale Inuit: il corteggiamento, la poligamia, i duelli, gli esercizi
alla corda, le lotte dei cani, la pesca del salmone dalla riva, il trasferimento
del campo, l’uso dell’umiak per donne e bambini, la navigazione in kayak, grande
protagonista della pellicola.
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