Più che di un libro, si tratta di un catalogo, realizzato dal Museo
Nazionale della Montagna di Torino in occasione della mostra “Il
popolo Inuit – arte e vita eschimese” allestita presso il Museo
stesso dal 15 febbraio al 7 maggio 1995.
Il volume e la mostra sono stati coordinati dal direttore del Museo
Aldo Audisio e sono stati curati dalle studiose Valeria Dotto e
Gabriella Massa, che ha inoltre tradotto per il catalogo italiano i
brani dall’inglese, francese ed inuktitut, la lingua parlata dal
popolo Inuit.
Gli Inuit scolpivano oggetti per sopperire ai bisogni quotidiani
ed ora producono pezzi d’arte per trasmettere conoscenza, per
tramandare talenti antichi e moderni, per realizzare opere che
nessuno può imitare… Attraverso la loro arte, gli Inuit cercano di
fare conoscere al modo il loro stile di vita, di proteggere la loro
cultura dall’attacco del tempo, di trasfondere nei loro figli quelle
capacità ed abilità che altrimenti finirebbero con i loro anziani.
E’ un catalogo ricco di opere artistiche che spiegano bene l’ingegno
e la civiltà Inuit.
Illustra in capitoli successivi le caratteristiche del popolo Inuit,
poco più di 100.00 persone che abitano un territorio vasto 4 volte
l’Italia, e gli oggetti da loro prodotti: i manufatti in pietra,
osso e avorio, vere e proprie opere d’arte, le bambole di stoffa e
pelle, gli strumenti per addomesticare i cani husky, gli abiti
tradizionali (l’amautik come parka per le donne, il kuletat come
parka da uomo, i pauluk come guanti, i kamik come stivali), e poi
ancora i cesti di giunco, i giochi per trascorrere le lunghe notti
invernali, ed infine la litografia, introdotta soltanto nel 1961 e
divenuta una delle migliori espressioni artistiche di questo popolo
straordinario.
Anche il kayak ha conquistato un capitolo, poche foto e solo tre
opere che lo raffigurano, ma tante informazioni preziose e
introvabili curiosità: già gli Inuit raccontavano di uno strano
“effetto di disorientamento che si prova quando si è seduti da soli
per lungo tempo in un kayak su un mare liscio come l’olio”... il resto
dei segreti Inuit sul kayak vi invito a scoprirli da soli!
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