Dalle terre del nord direttamente alle nostre librerie!
Per il piacere di leggere di artico, neve, biancore e spiriti sciamanici...
Il libro di Maggiari è pieno di animismo, riti, credenze, alchimie e sogni
profetici...
Usa un linguaggio particolare, intimo e sussurrato: “per me scrittura è
viaggio... per me scrittura è viaggio nel gran mistero del mondo, è viaggio nel
suo porto nascosto”.
Il suo porto di arrivo, tra i tanti toccati durante il cammino, è il Grande
Nord: terre lontane, bianche, ghiacciate, abitate da gente pacifica e caparbia,
gentile ed ospitale, sognatrice e concreta... Maggiari conoscerà gli sciamani
che custodiscono la più antica tradizione Inuit, che cantano i canti degli avi,
che trasferiscono le loro conoscenze alle nuove generazioni.
Per
raggiungere le terre del nord, Maggiari segue un suo interiore richiamo, una sua
atavica curiosità per la poesia, la magia e la spiritualità... segue il suo
personale inukshuit, quel cumulo di pietre usato dagli Inuit in diversi luoghi
ed in diverse epoche... gli ometti di pietra servivano come una sorta di
segnaletica rudimentale, per orientarsi verso l’insediamento più vicino, oppure
per indicare un luogo propizio alla caccia, o ancora per avvertire di stare alla
larga da un luogo particolarmente insidioso... “In un territorio dove il
miraggio può facilmente ingannare lo sguardo di chi s’avventura, l’inukshuit
costituisce un antico messaggio lasciato inciso nel paesaggio. Silenzioso, ma
sempre vigile... rivelatore di un ingegno alla ricerca di equilibrio”.
Ci racconta subito della nascita della sua grande passione per il nord, di quel
richiamo che ogni estate lo fa ritornare ancora in quell’immenso territorio
selvaggio, di quel fascino segreto che esercitano su di lui le storie di
sciamani e di poeti Inuit... e anche della sua ammirazione per il primo
conquistatore dei poli, Roald Amundsen, cui dedica una lunga cantilena poetica
che arricchisce il volume: “Vento che albeggi i sogni dei monti...”
Ci spiega come siano stati gli Inuit ad insegnare al grande esploratore come
sopravvivere tra i ghiacci, in quell’immenso deserto bianco: “gli avevano donato
un sapere prezioso, nato dal lento magma dei millenni. Gli avevano insegnato a
scrutare con rispetto la stranezza delle coincidenze, la sorpresa del caso... a
vestirsi di varie pelli, a muoversi senza sudare troppo, a usare i cani, a
cacciare le foche. E nel momento giusto, anche a dimenticare il mondo. Al punto
di trascurare la fame, la sete, la voce disperata dei cani da slitta...”
Maggiari ci introduce con leggerezza e rispetto al mondo delle tradizioni
sciamaniche Inuit, portandoci con mano ai suoi incontri con potenti intermediari
di un mondo abitato da forze misteriose... gli sciamani lo mettono a parte di
antiche credenze e gli chiedono di tributare il giusto peso alle loro antiche
conoscenze: “non renderle troppo fantastiche con la tua penna”!
Maggiari ci parla della Groenlandia e di quanto vasta sia quella terra; ci parla
dell’Alaska, della Norvegia e dell’Islanda, del sarto italiano che
parlava la lingua degli Inuit con un strano accento, capitato dal quelle parti
per lavoro e poi rimasto per amore (di una terra o di una donna non è dato
sapere!)... e ci racconta anche delle Alpi italiane, sua palestra iniziale,
luogo di avvicinamento al mondo artico: nel racconto “La montagna e la luna” si
capisce tutto il suo amore per gli spazi aperti!
Maggiari ci confida le sue passioni, i suoi sogni, le sue avventure... ci regala
brani poetici e canti antichi che tradiscono una profonda intimità spirituale
con tutto il regno animale...
Nei tempi più lontani,
quando animali e umani vivevano insieme sulla terra
una persona poteva diventare un animale se lo voleva
o un animale poteva diventare un essere umano.
Qualche vota erano persone
o altre volte erano animali
e non c’era nessuna differenza.
Tutti parlavano la stessa lingua.
Quello era il tempo quando le parole erano come magia.
La mente umana aveva poteri misteriosi.
Una parola pronunciata per caso
poteva avere strane conseguenze.
Acquistava vita all’improvviso
e quello che le persone volevano accadesse, accadeva.
Tutto quello che bisognava fare, era dirlo.
Nessuno può spiegare questo:
ma le cose andavano così.
Il libro di Maggiari è un racconto di viaggio di un’esplorazione delle culture
artiche, ma anche un appello molto attuale e sentito: un messaggio ecologico di
allerta e di sensibilizzazione all’uso della Terra, ai rischi che l’uomo corre
per i suoi stessi comportamenti, alla necessità di proteggere il nostro ambiente
ed i nostri amici Inuit.
I viaggi di Maggiari si fondono con i viaggi di Rasmussen, grande etnografo ed
esploratore, metà danese per parte di padre e metà Inuit per parte di madre,
sedotto dalla capacità della sua gente di celebrare le gioie della vita pur
vivendo in una ambiente tanto ostile: “i suoi racconti di viaggio sono una tappa
d’obbligo di qualsiasi tentativo di comprensione di quei luoghi”.
Sarà Rasmussen a scoprire per primo che per gli Inuit il canto è un dono: “I
poli rappresentano spiritualmente l’ombelico del mondo, il punto di contatto con
la fonte primaria della vita... Le aurore boreali, invece, sono il misterioso
soffio di luce che riporta gli antenati alla terra”.
Massimo
Maggiari è nato a Genova ed attualmente vive a Charleston, nella Carolina
del Sud, dove insegna lingua e letteratura italiana al College. Il risvolto di
copertina ci dice che ha collaborato a diverse riviste d’italianistica in
Italia, in Germania, negli Stati Uniti e in Sud Africa, dedicando anni di studio
alla poesia orfica ed ermetica, e che tra le sue pubblicazioni risaltano il
saggio “Cosmo e archetipi nella poesia di Arturo Onofri“ (1998), i quattro
volumi della rivista “Le acque di Ermes” (1999-2006), una raccolta di versi
“Terre lontane/Lands Away” (1999) ed il racconto in versi della scoperta del
passaggio di Nord- Ovest “Aurora Borealis” (2001). É stato vincitore del Premio
Pea per gli scrittori liguri nel mondo nel 2008 e dal romanzo trasuda tutta la
sua anima ligure... nella fotografia che accompagna la biografia, con un tamburo
sotto il braccio ed un copricapo curioso, sembra guardare lontano, verso un mare
non ancora solcato...
http://lapoesiaelospirito.wordpress.com
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