TATIYAK - letture

Dalle terre del Nord
Alla ricerca dell'anima artica
Massimo Maggiari – Ed. CDA Vivalda 2008

Scheda del 24 giugno 2009 a cura di Tatiana Cappucci

Dalle terre del nord direttamente alle nostre librerie!
Per il piacere di leggere di artico, neve, biancore e spiriti sciamanici...
Il libro di Maggiari è pieno di animismo, riti, credenze, alchimie e sogni profetici...
Usa un linguaggio particolare, intimo e sussurrato: “per me scrittura è viaggio... per me scrittura è viaggio nel gran mistero del mondo, è viaggio nel suo porto nascosto”.
Il suo porto di arrivo, tra i tanti toccati durante il cammino, è il Grande Nord: terre lontane, bianche, ghiacciate, abitate da gente pacifica e caparbia, gentile ed ospitale, sognatrice e concreta... Maggiari conoscerà gli sciamani che custodiscono la più antica tradizione Inuit, che cantano i canti degli avi, che trasferiscono le loro conoscenze alle nuove generazioni.

Per raggiungere le terre del nord, Maggiari segue un suo interiore richiamo, una sua atavica curiosità per la poesia, la magia e la spiritualità... segue il suo personale inukshuit, quel cumulo di pietre usato dagli Inuit in diversi luoghi ed in diverse epoche... gli ometti di pietra servivano come una sorta di segnaletica rudimentale, per orientarsi verso l’insediamento più vicino, oppure per indicare un luogo propizio alla caccia, o ancora per avvertire di stare alla larga da un luogo particolarmente insidioso... “In un territorio dove il miraggio può facilmente ingannare lo sguardo di chi s’avventura, l’inukshuit costituisce un antico messaggio lasciato inciso nel paesaggio. Silenzioso, ma sempre vigile... rivelatore di un ingegno alla ricerca di equilibrio”.
Ci racconta subito della nascita della sua grande passione per il nord, di quel richiamo che ogni estate lo fa ritornare ancora in quell’immenso territorio selvaggio, di quel fascino segreto che esercitano su di lui le storie di sciamani e di poeti Inuit... e anche della sua ammirazione per il primo conquistatore dei poli, Roald Amundsen, cui dedica una lunga cantilena poetica che arricchisce il volume: “Vento che albeggi i sogni dei monti...”
Ci spiega come siano stati gli Inuit ad insegnare al grande esploratore come sopravvivere tra i ghiacci, in quell’immenso deserto bianco: “gli avevano donato un sapere prezioso, nato dal lento magma dei millenni. Gli avevano insegnato a scrutare con rispetto la stranezza delle coincidenze, la sorpresa del caso... a vestirsi di varie pelli, a muoversi senza sudare troppo, a usare i cani, a cacciare le foche. E nel momento giusto, anche a dimenticare il mondo. Al punto di trascurare la fame, la sete, la voce disperata dei cani da slitta...”
Maggiari ci introduce con leggerezza e rispetto al mondo delle tradizioni sciamaniche Inuit, portandoci con mano ai suoi incontri con potenti intermediari di un mondo abitato da forze misteriose... gli sciamani lo mettono a parte di antiche credenze e gli chiedono di tributare il giusto peso alle loro antiche conoscenze: “non renderle troppo fantastiche con la tua penna”!
Maggiari ci parla della Groenlandia e di quanto vasta sia quella terra; ci parla dell’Alaska, della Norvegia e dell’Islanda, del sarto italiano che parlava la lingua degli Inuit con un strano accento, capitato dal quelle parti per lavoro e poi rimasto per amore (di una terra o di una donna non è dato sapere!)... e ci racconta anche delle Alpi italiane, sua palestra iniziale, luogo di avvicinamento al mondo artico: nel racconto “La montagna e la luna” si capisce tutto il suo amore per gli spazi aperti!
Maggiari ci confida le sue passioni, i suoi sogni, le sue avventure... ci regala brani poetici e canti antichi che tradiscono una profonda intimità spirituale con tutto il regno animale...

Nei tempi più lontani,
quando animali e umani vivevano insieme sulla terra
una persona poteva diventare un animale se lo voleva
o un animale poteva diventare un essere umano.
Qualche vota erano persone
o altre volte erano animali
e non c’era nessuna differenza.
Tutti parlavano la stessa lingua.
Quello era il tempo quando le parole erano come magia.
La mente umana aveva poteri misteriosi.
Una parola pronunciata per caso
poteva avere strane conseguenze.
Acquistava vita all’improvviso
e quello che le persone volevano accadesse, accadeva.
Tutto quello che bisognava fare, era dirlo.
Nessuno può spiegare questo:
ma le cose andavano così.

Il libro di Maggiari è un racconto di viaggio di un’esplorazione delle culture artiche, ma anche un appello molto attuale e sentito: un messaggio ecologico di allerta e di sensibilizzazione all’uso della Terra, ai rischi che l’uomo corre per i suoi stessi comportamenti, alla necessità di proteggere il nostro ambiente ed i nostri amici Inuit.
I viaggi di Maggiari si fondono con i viaggi di Rasmussen, grande etnografo ed esploratore, metà danese per parte di padre e metà Inuit per parte di madre, sedotto dalla capacità della sua gente di celebrare le gioie della vita pur vivendo in una ambiente tanto ostile: “i suoi racconti di viaggio sono una tappa d’obbligo di qualsiasi tentativo di comprensione di quei luoghi”.
Sarà Rasmussen a scoprire per primo che per gli Inuit il canto è un dono: “I poli rappresentano spiritualmente l’ombelico del mondo, il punto di contatto con la fonte primaria della vita... Le aurore boreali, invece, sono il misterioso soffio di luce che riporta gli antenati alla terra”.

Massimo Maggiari è nato a Genova ed attualmente vive a Charleston, nella Carolina del Sud, dove insegna lingua e letteratura italiana al College. Il risvolto di copertina ci dice che ha collaborato a diverse riviste d’italianistica in Italia, in Germania, negli Stati Uniti e in Sud Africa, dedicando anni di studio alla poesia orfica ed ermetica, e che tra le sue pubblicazioni risaltano il saggio “Cosmo e archetipi nella poesia di Arturo Onofri“ (1998), i quattro volumi della rivista “Le acque di Ermes” (1999-2006), una raccolta di versi “Terre lontane/Lands Away” (1999) ed il racconto in versi della scoperta del passaggio di Nord- Ovest “Aurora Borealis” (2001). É stato vincitore del Premio Pea per gli scrittori liguri nel mondo nel 2008 e dal romanzo trasuda tutta la sua anima ligure... nella fotografia che accompagna la biografia, con un tamburo sotto il braccio ed un copricapo curioso, sembra guardare lontano, verso un mare non ancora solcato...
http://lapoesiaelospirito.wordpress.com

 

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