Apoutsiak
Le petit flocon de neige
Paul-Emile Victor - Edition Flammarion 2008
Scheda del 15 giugno 2012 a cura di Tatiana Cappucci
E’ una bella storia raccontata ed illustrata da
Paul-Emile Victor, l’esploratore francese che ha vissuto ad
Ammassalik due inverni tra il 1934-35 ed il 1936-37.
Testi semplici accompagnano i disegni: “Ecco la
mamma di Apoutsiak che porta il suo bambino dentro il cappuccio del
giaccone. Quello che ha in testa è uno chignon. Gli Inuit vivono in
un paese di montagne in riva al mare. Sull’acqua galleggiano dei
begli iceberg, che sono enormi blocchi di ghiaccio. Sulla quarta di
copertina la carta geografica indica che il paese si chiama
Groenlandia”.
La storia racconta la vita del piccolo Apoutsiak,
dalla nascita ai suoi primi giochi nella neve in compagnia dei
fratellini e dei cuginetti, dalla adolescenza alle prime battute di
caccia, dall’incontro con la moglie alla nascita del primo figlio e
dei nipoti, fino al suo ultimo lungo viaggio.
“Ecco l’interno della grande casa dove vivono
Apoutsiak e la sua numerosa famiglia. E’ costruita di pietra e di
zolle d’erba. Fuori fa freddo ed è buio, il mare è coperto di
ghiaccio e la terra di neve. Apoutsiak è il bambino di spalle vicino
al secchio che cerca di tirare su dell’acqua da bere. Per avere
dell’acqua, gli Inuit sciolgono la neve con il calore interno della
casa. Grazie alle lampade ad olio di foca, fa talmente caldo che
sono tutti a torso nudo.
Quando finisce l’inverno, il mare si libera dai ghiacci e comincia il viaggio dell’estate. Apoutsiak, già cresciuto, trasporta sull’umiak tutto ciò che gli appartiene e a poppa uno dei suoi fratelli governa l’imbarcazione, appoggiato a rotoli di pelli di foca che Apoutsiak potrà scambiare all’emporio danese con maglioni di lana, tessuti, riso e zucchero.
Apoutsiak diventa un famoso cacciatore: il suo kayak è il più bello, il suo arpione il più solido, i suoi cani i più veloci. Apoutsiak è adesso sul suo kayak di ritorno da una battuta di caccia e traina la foca che ha arpionato. E’ vestito in pelli di foca, il suo arpione è posato al suo fianco, la sacca gialla sul ponte posteriore dell’imbarcazione è un galleggiante che impedisce alla foca di liberarsi una volta arpionata. Davanti ad Apoutsiak c’è un piccolo trepiedi sul quale è arrotolata la corda che lega il galleggiate alla punta dell’arpione e sulla prua del kayak c’è uno schermo bianco dietro il quale Apoutsiak si nasconde per non farsi vedere dagli animali che caccia. Nelle mani tiene la pagaia con la quale fa avanzare il kayak.
Quando ritorna l’inverno ed il fiordo ghiaccia,
Apoutsiak si prepara ad affrontare la stagione fredda: una pelle
d’orso è stesa a seccare, l’umiak ed il kayak sono sospesi lontani
dai cani e dentro e sopra l’umiak sono sistemate delle scorte di
cibo. Apoutsiak è appena ritornato dalla caccia con la slitta e
mentre lui lega i cani la moglie sistema le provviste dietro la
casa. La vita scorre uguale anno dopo anno e raggiunti i
cinquant’anni Apoutsiak non va più a caccia ma i figli ed i nipoti
si ingegnano per rendergli la vita il più dolce possibile...
Paul-Emile
Victor è un stato esploratore, etnologo, ingegnere, disegnatore, artista e
pioniere dell'ecologia. |